Evidenza sull’Obesità: Colpisce l’80-90% della Popolazione!

Introduzione

La condizione dell’obesità, caratterizzata da una percentuale di grasso corporeo così elevata da minacciare la salute, è strettamente associata a una serie di malattie croniche e a una riduzione dell’aspettativa di vita.

Tuttavia, la vera portata dell’obesità potrebbe essere ancora più grave di quanto comunemente si pensi. L’obesità è correlata a un aumentato rischio di sviluppare diabete, ipertensione, malattie cardiache, ictus, cancro, dislipidemia, malattie del fegato e della cistifellea, apnea del sonno, problemi respiratori, osteoartrite, irregolarità mestruali e infertilità.

La presenza di adiposità in età adulta è fortemente legata a una riduzione della probabilità di godere di una buona salute a lungo termine.

L’obesità è ora una delle priorità nei programmi di salute pubblica a livello nazionale, statale e locale, nonché nell’ambito della gestione individuale dei pazienti.

Di conseguenza, la rilevazione clinica delle persone obese è diventata di importanza critica, poiché consente di individuare precocemente i rischi associati e di adottare misure preventive e terapeutiche appropriate.

Indice di massa corporea “IMC” o body mass index “BMI”

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce il sovrappeso e l’obesità come accumulo di grasso anormale o eccessivo, associato a un aumentato rischio di malattie cardiometaboliche e di alcuni tipi di cancro. La relazione tra BMI e mortalità per tutte le cause è ben documentata per valori superiori a 25 kg/m2 per il sovrappeso e superiori a 30 kg/m2 per l’obesità. Tuttavia, l’utilizzo del BMI come unico strumento ha limiti evidenti, soprattutto nell’individuare il grasso in eccesso a livello individuale.

Incremento del grasso senza l’incremento del peso

Numerosi fattori contribuiscono all’aumento della massa grassa corporea pur mantenendo lo stesso peso corporeo. Tra i principali fattori troviamo:

  • Alimentazione acidificante
  • Stile di vita sedentario
  • Malattie e disfunzioni metaboliche
  • Stress cronico
  • Invecchiamento
  • L’uso di alcuni farmaci

Invecchiamento e trasformazione della composizione corporea

L’invecchiamento è un esempio comune, che tende ad aumentare la massa grassa e ridurre la massa muscolare, questo significa che utilizzando unicamente la formula BMI si rimane nella stessa posizione ma con un situazione relativa alla composizione corporea che può essere sostanzialmente diversa.

NWO: Individui metabolicamente obesi con peso normale

Il fenomeno degli individui metabolicamente obesi ma con un peso normale (NWO) è stato descritto per la prima volta negli anni ‘90. Questi individui, con un BMI normale ma un alto contenuto di grasso corporeo, presentano un rischio elevato di problemi cardiometabolici, sindrome metabolica e altri fattori di rischio cardiovascolare.

L’importanza di analizzare la composizione corporea al posto del BMI

Ricerche recenti hanno evidenziato che la composizione corporea fornisce informazioni prognostiche più dettagliate rispetto al BMI. Ad esempio, un alto contenuto di grasso con bassa massa muscolare può indicare la sindrome da obesità di peso normale e la sarcopenia, entrambe associate a un rischio aumentato di morbilità. Nonostante sia uno strumento semplice e pratico per valutare l’obesità e prevedere la malattia cronica e la mortalità in una grande popolazione, l’uso del BMI per identificare il grasso in eccesso a livello individuale ha una specificità ragionevole ma scarsa sensibilità, con circa la metà degli individui con percentuale di grasso corporeo eccessivo (BF%), erroneamente classificato come non obeso 

Figura 2. L’associazione non lineare tra BMI e massa grassa; n= 3.001.

Prevalenza dell'obesità tra la popolazione studio per gruppo BMI e sesso; = 3.001. Per ogni genere, i soggetti obesi, utilizzando la percentuale di grasso "BF%"  sono stati significativamente maggiori rispetto ad utilizzare il BMI. È stata definita obesità il grasso corporeo ≥25% per gli uomini e ≥ 35% per le femmine. Tra il gruppo BMI ritenuto normale (18,5-24,9), il 26% dei maschi e il 39% delle femmine erano obesi.

Questo cambiamento culturale ci permetterebbe di differenziare la categoria NWO (individui metabolicamente obesi ma con un peso normale) dalla categoria NWL (individui metabolicamente normali a peso normale) che possiedono un rischio maggiore di sviluppare alcune malattie.

Esplorare queste nuove prospettive sulla salute è fondamentale per sviluppare approcci più efficaci nella valutazione e nella gestione del rischio cardiovascolare e delle malattie metaboliche.

Peso normale con eccesso di grasso

Un nuovo studio pubblicato su Frontiers 2023, ha voluto analizzare l’interessante fenomeno del peso normale con eccesso di grasso (NWO), definendolo come la coesistenza di un BMI normale (18,5-24,9 kg/m2) e un eccesso di percentuale di grasso corporeo (BF%) superiore al 25% negli uomini e al 35% nelle donne. Questo studio, condotto su una vasta gamma di partecipanti, oltre 3000 israeliani con un’età compresa tra 20 e 95 anni ci ha fornito una panoramica dettagliata di questa condizione.

Statistiche rivelatrici: 80% della popolazione risulta obesa

È stato scoperto che una percentuale significativa della popolazione in questo studio “66,8%”, presentava un BMI superiore a 24,9 kg/m2, in conformità con le stime dell’OMS che indicano che il 64,3% della popolazione israeliana è in sovrappeso o obesa.

Tuttavia, ciò che è stato più sorprendente è il fatto che anche nel 33,2% della popolazione con BMI nella norma, il 26% degli uomini e il 38% delle donne presentava un’elevata adiposità. Ciò significa che sommando le persone che sono risultate obese con la formula BMI più quelle emerse solo grazie all’analisi della percentuale di grasso all’incirca l’80% della popolazione risulta obesa.

A differenza della formula BMI nota a tutti, il cutoff BF%, ovvero in relazione alla percentuale di grasso è un’opzione meno nota per valutare il rischio di malattie cardiometaboliche anche nelle persone con BMI normale.

Studi precedenti hanno suggerito che un BF% superiore al 25% per gli uomini e al 35% per le donne è la soglia per la diagnosi di obesità. Questo è stato adottato dall’American Association of Clinical Endocrinology/America College of Endocrinology nel 2004.

Variazioni delle soglie utilizzate per definire l’obesità

È interessante notare che le soglie di BF% per definire peso normale con eccesso di grasso (NWO), possono variare a seconda dello studio e della popolazione considerati. Ad esempio, nello studio recente pubblicato su Frontiers hanno adottato rispettivamente il 25% e il 35% come cutoff per uomini e donne, in linea con altre ricerche. Tuttavia, alcune ricerche hanno proposto soglie diverse, tenendo conto anche di età e sesso.

Al contrario, Kim et al. hanno utilizzato una soglia BF% di ≥ 20,6% per gli uomini coreani e ≥ 33,4% per le donne per definire NWO, mentre Romero-Corral et al. hanno classificato 6.171 americani come NWO per BF% > 23,1% negli uomini e > 33,3% nelle donne. In un altro studio, 1.222 brasiliani di età compresa tra 23 e 25 anni sono stati definiti come un NWO quando il BF% ha superato > 23% negli uomini e > 30% nelle donne. Valori di BF% superiori a ≥25% per gli uomini e ≥ 35% per le donne sono stati utilizzati per valutare gli effetti combinati di BMI e %BF% sulla prognosi nella malattia coronarica. Uno studio più recente sulla soglia per il BF% nella previsione dei fattori di rischio cardiovascolare legati all’obesità ha concluso che, ad eccezione della dislipidemia, il limite ottimale del BF% è del 25,8% per gli uomini e del 37,1% per le donne.

È ben noto che il sesso, l’età e i fattori genetici e ambientali influenzano tutti la distribuzione del grasso corporeo e il grasso viscerale. Di conseguenza, alcuni ricercatori hanno anche suggerito soglie aggiustate per sesso ed età per NWO oltre a BF%, rispettivamente per uomini e donne:

  • 20-39 anni, > 19% e > 32%
  • 40-59 anni, > 21% e > 33%
  • 60-79 anni, > 24% e > 35%  

All’interno dello studio pubblicato su Frontiers 2023, l’associazione (R2) tra grasso corporeo ed età nel normale gruppo BMI per sesso era di 0,024 per gli uomini e 0,009 per le femmine. Questa scoperta ha permesso di utilizzare le soglie del 25% e del 35% per uomini e donne, rispettivamente, senza ulteriore divisione per età.

Finti magri: definiti anche “Skynny Fat” potrebbero essere più a rischio di errore di stima

È di fondamentale importanza notare che individui con una ridotta massa muscolare e un eccesso di grasso corporeo, comunemente definiti “finti magri”, possono facilmente essere erroneamente classificati come non obesi quando si utilizza unicamente l’Indice di Massa Corporea (BMI), nonostante presentino effettivamente un’elevata percentuale di grasso corporeo.

Considerare queste nuove evidenze è cruciale nel contesto della gestione dell’obesità e della salute pubblica. Il BMI potrebbe non riflettere adeguatamente il reale rischio per la salute, soprattutto in tali soggetti. Pertanto, è essenziale adottare un approccio più accurato e completo nella valutazione della composizione corporea al fine di individuare correttamente i rischi associati e adottare misure preventive e terapeutiche appropriate.

La discrepanza sembra ancora maggiore con gli asiatici

Si è riscontrato che gli asiatici hanno una percentuale di grasso corporeo più elevata a parità di età, sesso e BMI, rispetto alla popolazione bianca europea, e hanno una maggiore prevalenza di diabete di tipo 2 (T2DM) e un aumento del rischio cardiovascolare a valori di BMI inferiori rispetto ai bianchi europei. popolazione. In uno studio trasversale condotto su donne malesi di età compresa tra 40 e 59 anni, la prevalenza dell’obesità era del 72,8% in base al BF% (BF% > 33), ma solo del 20,6% se classificata utilizzando BMI ≥ 30 kg/m 2 

Obesità infantile

In Messico è stata stimata la prevalenza dell’obesità in base alla percentuale di grasso corporeo (% BF) e all’indice di massa corporea (BMI) basati sulla bioimpedenza in 1.061 ragazze e 1.121 ragazzi, dai 3 ai 17 anni. Sono state utilizzate regressioni multiple e aree sotto le curve operative del ricevitore (AUC) per determinare il valore predittivo del BMI su %BF e sono state costruite curve percentili. La prevalenza complessiva dell’obesità stimata in base al %BF era del 43,7% e in base al BMI era del 20,1%; ciò significa che la diagnosi tramite BMI ha sottostimato circa il 50% dei bambini con diagnosi di obesità tramite %BF (≥30% per le ragazze, ≥25% per i ragazzi). L’eccesso di massa grassa è ulteriormente sottostimato nei ragazzi rispetto alle ragazze quando si utilizza la classificazione BMI standard. La relazione tra %BF e BMI era forte nei bambini in età scolare e negli adolescenti (tutti i casi R2>0,70), ma non nei bambini in età prescolare (ragazze R2 = 0,57, ragazzi R2 = 0,23). 

Sono entusiasta del fatto che continuino ad emergere nuove pubblicazioni che confermano l’inequivocabile disallineamento con cui ho dovuto confrontarmi per 25 anni. Ho cercato di sensibilizzare il maggior numero di persone possibile, attraverso la divulgazione scientifica, riguardo a questa mia presa di coscienza, ma tempo fa mancava la letteratura necessaria per supportare l’evidenza clinica. Questo è il motivo per il quale dev’essere ricordato che l’evidenza “scientifica” ha origine da piccoli numeri derivati da casi studio; è un processo inevitabile.

Non possiamo attendere sempre studi epidemiologici giganti per riconoscere che qualcosa non va, altrimenti il cambio di approccio metodologico avverrà sempre troppo tardi.

Derry Procaccini

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Derry Procaccini

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